Apparsa con forza nel 2018, questa pratica sta tornando a colpire con una recrudescenza crescente in alcuni territori. I professionisti del settore HVACR devono oggi raddoppiare la vigilanza per lavorare in tutta sicurezza.
Canali di ingresso sempre più identificati
I flussi illegali di fluidi refrigeranti penetrano principalmente attraverso le frontiere esterne dell’Unione Europea, in particolare attraverso i paesi dell’Europa orientale, e vengono poi trasferiti su tutti i territori, come possiamo vedere regolarmente dai sequestri riportati dalla stampa specializzata del nostro settore. Questi paesi sono più spesso zone di transito che di origine, poiché la produzione è spesso localizzata in Asia. Il trasporto avviene sempre più spesso anche tramite piattaforme online, talvolta nascosto dietro marchi di fornitori rinomati i cui imballaggi sono contraffatti.
Metodi che evolvono nel tempo
Per eludere i controlli doganali, gli “intermediari” adattano le loro tecniche e non mancano di fantasia per penetrare nel mercato, ad esempio apponendo false indicazioni sugli imballaggi per nascondere l’uso di bottiglie usa e getta o non restituibili, contraffacendo imballaggi di marchi noti o utilizzando etichette errate o imprecise, rendendo difficile l’individuazione. Il prezzo anormalmente basso rimane il primo segnale di allarme per gli acquirenti.
L’uso di un fluido illegale comporta gravi conseguenze
I rischi possono essere molteplici a diversi livelli:
- Sicurezza: l’assenza di garanzie sulla purezza o sulla composizione del prodotto può causare malfunzionamenti, consumi energetici eccessivi e persino danni alle apparecchiature (intasamenti, problemi di pressione, perdite, rotture).
- Dal punto di vista giuridico: l’importazione illegale di fluido refrigerante è considerata contrabbando. L’uso di fluido refrigerante illegale è assimilabile al riciclaggio, comporta responsabilità amministrativa e può essere punito con sanzioni penali.
- Sull’ambiente: il mantenimento in circolazione di fluidi ad alto GWP è in contrasto con gli obiettivi climatici e aumenta le emissioni di gas serra in caso di perdite.
Un rafforzamento del quadro normativo in fase di implementazione
La revisione del regolamento F-Gaz III prevede in particolare nuove misure quali:
- Uno sportello unico europeo (Single Window) per consentire alle autorità doganali di verificare le quote degli importatori.
- Un rafforzamento delle restrizioni sugli imballaggi usa e getta.
- Obbligo di registrazione anche per i flussi in transito.
Questi dispositivi, ancora in fase di sviluppo, dovrebbero migliorare la tracciabilità e ridurre le entrate illegali.
Iniziative collettive per combattere il commercio illegale
All’interno di diverse associazioni o organizzazioni del settore sono stati istituiti gruppi di lavoro dedicati per agire tutti insieme contro questo flagello e affiancare i professionisti della refrigerazione e della climatizzazione. In particolare, l’ADC3R sta completando una guida tecnica per chiarire gli articoli 11.3 e 11.4 del regolamento F-Gas. Tali articoli impongono che gli imballaggi siano ricaricabili e che vengano messe in atto misure vincolanti per garantirne l’effettivo ritorno, al fine di evitare semplici dichiarazioni fittizie. L’obiettivo è quello di offrire un quadro chiaro e armonizzato, affinché tutti gli attori rispettino tali obblighi e contribuiscano a limitare il mercato nero.
Il guadagno finanziario a breve termine non compensa i rischi umani, tecnici, legali e ambientali legati al commercio illegale. Acquistare e utilizzare fluidi conformi significa proteggere la propria azienda, i propri clienti, i propri tecnici e contribuire alla transizione verso soluzioni a bassissimo GWP.