Una sfida importante per far durare lo strumento di produzione e minimizzare Le emissioni di carbonio.
Climalife desidera, su questo argomento, attirare l’attenzione dei professionisti dell’agroalimentare sul fatto che non esiste un refrigerante “alimentare”.
Per saperne di più Climalife risponde alle domande più comuni.
Climalife accompagna gli industriali, gli installatori e i professionisti degli impianti termici nella progettazione, messa in opera e gestione delle loro attrezzature e dei loro impianti. La società propone loro soluzioni adatte, tra cui i refrigeranti che possono servire al processo di fabbricazione o di conservazione dei prodotti alimentari.
Esiste un termovettore “alimentare” per un impianto nell’agroalimentare?
No, esistono solo dei termovettori che non sono classificati come nocivi
Greenway® Neo N, registrato nella categoria HT1 nell’elenco ufficiale NSF, può essere utilizzato come fluido termovettore in circuiti che presentano un rischio di contatto accidentale con gli alimenti. Formulato senza composti organolettici, Friogel® Neo non è destinato all’uso in impianti utilizzati per il trattamento termico di acque destinate al consumo umano in Francia (Decreto francese del 14 gennaio 2019)
Attenzione ai miscugli! Il termovettore trasporta energia (frigorie o calorie) a temperature negative o positive e protegge dal gelo e dalla corrosione. Formulato su base di glicoli (MEG, MPG) o di 1,3 propanediolo, betaina, ecc. a cui si aggiungono inibitori di corrosione, il fluido secondario è diluito secondo il punto di congelamento desiderato. Questo tipo di termovettore non è un prodotto alimentare.
Definire “alimentare” un refrigerante sembra quindi totalmente improprio e induce a confusione tra quello che è sanitario e quello che si può consumare.
Quale refrigerante posso utilizzare nel mio processo di fabbricazione di un prodotto alimentare?
Per il processo di fabbricazione di un prodotto alimentare, Climalife raccomanda un impianto concepito per evitare / impedire qualsiasi passaggio del termovettore nei prodotti alimentari. Dato che si impone il principio di precauzione, anche se gli alimenti non sono a diretto contatto con il fluido secondario, è pericoloso utilizzare termovettori a base di glicole monoetilenico (MEG) in ambito agroalimentare. Questo può provocare gravi conseguenze in un ambiente alimentare.
Cosa fare in caso di perdita di refrigeranti in un prodotto alimentare?
In caso di schizzo, contaminazione o contatto di un termovettore con un prodotto alimentare, anche se questo prodotto non è classificato come tossico rispetto alla normativa, qualsiasi contaminazione di un prodotto alimentare lo rende improprio al consumo. Il prodotto alimentare contaminato dovrà essere ritirato dal mercato e distrutto qualunque sia l’autorizzazione del refrigerante, per principio di precauzione.
Si può utilizzare un termovettore a base di MEG nel settore agroalimentare?
Attenzione: i termovettori a base di MEG (glicole monoetilenico) sono nocivi in caso di ingestione. Consultare la Scheda di sicurezza del termovettore.