Nel Climalife Contact n. 4 di ottobre 2012 vi avevamo segnalato gli orientamenti della commissione in merito alla revisione della F-Gas. I dibattiti procedono speditamente. Ecco pertanto i nuovi sviluppi che si delineano all’orizzonte. In seguito al primo testo presentato, i parlamentari hanno depositato 450 emendamenti e la presidenza irlandese ne ha proposto una seconda versione alla commissione F-Gas.
Per il momento, le tendenze confermate nel segmento freddo/climatizzazione sono:
– phase down graduale in CO2 equivalente fino al 2030;
– controllo delle perdite su tutti i tipi di apparecchiature con obbligo di apposito rilevatore fisso per gli impianti con carica di 500 t CO2 eq. o superiore;
– estensione su scala europea del divieto di vendita e acquisto senza dichiarazione di capacità;
– etichettatura specifica delle apparecchiature e dei prodotti recuperati, rigenerati, distrutti o esportati;
– dal 1° gennaio 2017 messa al bando dei gas fluorurati a effetto serra ad alto GWP (superiore a 2.500) nelle apparecchiature nuove;
– dal 1° gennaio 2020 messa al bando dei gas fluorurati a effetto serra a basso GWP (150 o più) nelle apparecchiature nuove ermeticamente sigillate;
– dal 1° gennaio 2020 divieto di manutenzione e riparazione delle apparecchiature che fanno uso di gas fluorurati a effetto serra ad alto GWP (superiore a 2.500);
– fino al 1° gennaio 2030 autorizzazione alla manutenzione e alla riparazione delle apparecchiature con gas fluorurati a effetto serra rigenerate ad alto GWP (superiore a 2.500);
– dal 1° gennaio 2022 messa al bando dei gas fluorurati a effetto serra ad alto GWP (superiore a 2.500) su autocarri e rimorchi frigoriferi nuovi;
– esonero temporaneo dai divieti per le apparecchiature “a bassa temperatura” (inferiore a -50 °C) o per motivi di pubblica sicurezza;
– attribuzione delle quote in proporzione alle quantità immesse sul mercato dell’Unione europea tra il 2008 e il 2011.
Trattandosi di un calendario in continua evoluzione, saranno possibili diversi scenari:
a) Accettazione in prima lettura.
b) In caso di rifiuto in prima lettura, la commissione ha tre mesi di tempo per presentare un nuovo testo al Parlamento europeo.
c) Nella maggior parte dei casi, la prima lettura estesa è la soluzione su cui ricade la scelta delle istituzioni. Nell’ambito di questa procedura, il Parlamento europeo vota in seconda lettura, ma il Consiglio rimane ufficialmente ad una prima lettura, senza dovere prendere posizione alla data inizialmente prevista. Questo consente alle istituzioni di negoziare in modo informale per giungere ad un compromesso. Durante il dialogo a tre, le trattative si svolgono per ogni singolo articolo fino a raggiungere un accordo.
È opportuno sottolineare che durante il periodo di riserva parlamentare (da marzo a maggio: campagna elettorale europea) non verrà presa alcuna decisione dalla legislatura.
