Tale riduzione progressiva, chiamata “phase down”, ha un impatto importante sull’industria della termodinamica che deve adattare rapidamente la sua maniera di utilizzare i gas fluorati.
Alain Alain Lelièvre-Damit, Responsabile degli acquisti di fluidi refrigeranti e coordinatore dell’attività Climalife in Europa, ci spiega concretamente quali sono i punti chiave del regolamento 517/2014 UE sulla quantità di fluidi refrigeranti immessi sul mercato
Signor Lelièvre-Damit, potrebbe spiegarci in poche parole che cos’è una quota secondo il regolamento chiamato F-Gas II?
A.L.D.: Una quota è la quantità globale di fluidi refrigeranti HFC espressa in tonnellate di CO2 equivalente che i produttori e gli importatori possono immettere sul mercato. A fine 2014, la Commissione europea ha attribuito a ogni produttore o importatore una quota annua per l’immissione regressiva fino al 2030.
Su che base sono state attribuite le quote dalla Commissione europea?
A.L.D.: La base di attribuzione delle quote corrisponde alla quantità media di tutti i tipi di HFC espressi in CO2 equivalente immessi sul mercato dall’Unione europea nel periodo 2009-2012. Il calcolo è effettuato sulla base dei dati dichiarati dai produttori e dagli importatori di HFC (secondo l’articolo 6 del precedente regolamento F-Gas 842/2006), che sono stati compilati dall’Agenzia europea dell’ambiente. Concretamente ciò corrisponde a circa 180 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Considerando che il GWP medio di un fluido per tutte le applicazioni è 2000, ciò equivale a un volume di 90.000 tonnellate.
Nella pratica, i professionisti che utilizzano dei fluidi refrigeranti potranno disporre della stessa quantità di HFC sul mercato nei prossimi anni?
A.L.D.: È necessario comprendere che l’obiettivo della legislazione è ridurre l’impatto sul riscaldamento climatico. Utilizzando questo nuovo meccanismo di tonnellate di CO2 equivalente (cioè la carica di un fluido espressa in kg moltiplicata per il suo GWP) è chiaro che i produttori e gli importatori dovranno fare delle scelte sulle quantità di prodotti che lanceranno sul mercato nei prossimi anni. In effetti, se un produttore/importatore immette sul mercato 100 kg di R-404A con un GWP di 3922, consumerà 392,2 tonnellate di CO2 equivalente della sua quota. Se immette sul mercato un fluido a GWP più debole come l’R-448A con un GWP di 1387, consumerà solo 138,7 tonnellate di CO2 equivalente. D’altronde, considerato l’importante “phase down” a partire dal 2018, pari a una riduzione del 37% di immissioni di HFC in tonnellate di CO2 equivalente sul mercato, ci si dovrà aspettare un calo significativo della disponibilità di prodotti a forte GWP tra i quali l’R-404A e l’R-507A. L’offerta su questi fluidi sarà più limitata nei prossimi tre anni, ben prima del divieto del 2020.
La creazione delle quote avrà un impatto unicamente sulla disponibilità di fluidi o avrà anche altre conseguenze?
A.L.D.: Mi sembra evidente che tra le quote assegnate e il meccanismo di tonnellate di CO2 equivalente, un prodotto che consuma più tonnellate di CO2 equivalente in futuro sarà meno disponibile. E come tutti sanno, un prodotto più raro è sempre più costoso di un prodotto standard. A tal proposito, già da ora abbiamo sentito parlare di annunci di aumenti dei prezzi diffusi dai produttori di fluorati sul mercato europeo.
Quale strategia deve essere attuata per far durare nel tempo gli impianti esistenti che utilizzano i HFC?
A.L.D.: Oggi esistono delle soluzioni sostitutive per i fluidi a forte GWP che da molti anni mostrano risultati positivi sul mercato. Il Perfomax® LT (R-407F), sostituto dell’R-404A, ne è un ottimo esempio. Climalife, il cui obiettivo è essere sempre all’avanguardia, è stata una delle prime società a posizionarsi sull’offerta del Performax® LT, la prima soluzione alternativa all’R-404A a basso GWP. Tale fluido refrigerante è già stato ampiamente utilizzato negli impianti di refrigerazione commerciale e non commerciale. Il suo GWP di 1825 è di oltre il 50% inferiore a quello dell’R 404A che è pari a 3922. I feedback sull’esperienza sono soddisfacenti. Si tratta di un prodotto facile da utilizzare nel caso di una riconversione e che non necessita investimenti cospicui. In parallelo, i produttori hanno sviluppato nuove molecole HFO/HFC a più debole GWP per anticipare il regolamento e rispondere ai bisogni dei professionisti. Già disponibili sul mercato, rispondono ai criteri di divieto dell’F-Gas II. Le nuove soluzioni presentano inoltre il vantaggio di essere più efficaci a livello energetico, un criterio di non poco conto da prendere in considerazione dagli installatori. Il nostro consiglio è di anticipare già da ora il cambiamento di fluidi a forte GWP negli impianti esistenti rispettando una regola fondamentale: gli unici impianti che verranno riconvertiti sono quelli in buone condizioni con funzionamento e performance soddisfacenti. L’obiettivo principale è prolungare la vita dell’impianto conservando il più possibile, se non per intero, i suoi elementi costitutivi per diminuire l’impatto economico e ambientale dell’operazione, limitare gli investimenti e garantire l’ammortizzamento degli impianti recenti. La soluzione deve permettere di ottenere delle performance termodinamiche compatibili ai bisogni. Prima di intraprendere un drop-in o una riconversione attraverso delle composizioni a base di HFC, devono essere effettuati una diagnosi e un bilancio di fattibilità. Climalife si posiziona per aiutare i suoi clienti a testare nuove molecole nei loro sistemi e condivide il suo know-how tecnico per accompagnarli nella scelta del fluido più adatto alle loro aspettative e alle loro applicazioni specifiche.
Che cosa raccomanda per i nuovi impianti del futuro?
A.L.D.: Oggi sono disponibili sul mercato diversi tipi di molecole. Prodotti non infiammabili o a forte infiammabilità, prodotti fluorati o non fluorati, prodotti non tossici o a forte tossicità, prodotti a scarsa o forte pressione, non esiste una molecola standard per coprire tutte le applicazioni di refrigerazione e climatizzazione. Allo stesso modo, quando si costruisce un nuovo impianto termico, è necessario studiare la scelta del fluido prendendo in considerazione alcuni parametri tecnici, economici e ambientali a seconda delle applicazioni in questione.
Tra i numerosi criteri che servono a determinare il fluido più adatto, si citano:
• il GWP del fluido,
• la produzione frigorifera,
• l’efficacia energetica,
• l’utilizzo del fluido scelto,
• la sicurezza,
• il return on investment.
Come ha appena spiegato, questo nuovo meccanismo di “phase down” ha provocato considerevoli cambiamenti per l’industria della termodinamica. Come vede questa transizione nei prossimi anni?
A.L.D.: Il mercato del freddo non è alla sua prima rivoluzione. Alla sua nascita nel 1830 venivano utilizzati dei prodotti particolarmente pericolosi, difficili da controllare o poco performanti (NH3, SO2, CCl4, H2O…) che avevano come obiettivo principale la conservazione delle derrate. Le successive legislazioni hanno stravolto il mercato ed è stato necessario trovare delle soluzioni tecniche valide e facilmente applicabili per rendere duraturi i sistemi ancora in perfetto stato. Abbiamo vissuto la sostituzione dei CFC con i HCFC, poi dei HCFC con gli HFC e oggi è giunto il momento di sostituire gli HFC con gli HFO e altre tecnologie. Tutti i cambiamenti sono fonte di opportunità e innovazione per gli attori della professione. L’industria della termodinamica deve adattarsi in conseguenza e abbastanza rapidamente. Non è possibile aspettare la fatidica scadenza del 2020 per reagire, sarà troppo tardi!
Per concludere, in qualità di leader della distribuzione di fluidi refrigeranti sul mercato europeo, quali sono i mezzi che ha messo a disposizione dei suoi clienti per accompagnarli nel cambiamento?
A.L.D.: Dal 2010 abbiamo dispiegato risorse supplementari per anticipare questo nuovo regolamento. Per rispondere a tale cambiamento, abbiamo lanciato in anteprima sul mercato dei fluidi refrigeranti a più basso GWP quali il Performax® LT, il Solstice® ze o l’R-448A e in parallelo abbiamo ampliato la nostra offerta globale di soluzioni in materia di fluidi refrigeranti/termovettori, di oli refrigeranti, di apparecchiature per la rivelazione delle perdite. D’altronde partecipiamo attivamente ai diversi eventi professionali organizzati in Europa per informare gli installatori e gli utenti finali dei nuovi prodotti e condividere con loro il nostro know-how tecnico. Organizziamo le nostre giornate di conferenze tecniche in partenariato con i nostri fornitori per spiegare concretamente ai clienti l’attuazione di queste nuove soluzioni nel rispetto dei loro bisogni. Proponiamo anche un servizio di creazione di modelli per confrontare le diverse soluzioni su impianti nuovi o esistenti. Infine, per accompagnare nel loro quotidiano i professionisti della refrigerazione, della climatizzazione, del riscaldamento e delle energie rinnovabili nel residenziale, Climalife ha sviluppato un’applicazione per smartphone chiamata “F-Gas Solutions”. Semplice, didattica e gratuita, quest’applicazione semplifica il regolamento “F-Gas II” e permette in pochi clic di fornire delle risposte concrete.
ALAIN LELIÈVRE DAMIT, RESPONSABILE DEGLI ACQUISTI DI FLUIDI REFRIGERANTI – COORDINATORE DELL’ATTIVITÀ CLIMALIFE IN EUROPA
Fluidi refrigeranti presenti sul mercato
Fluido refrigerante | Sicurezza e altre considerazioni |
HFO | Non tossico, non infiammabile o scarsamente infiammabile. Sostituzione potenziale in drop-in in alcuni sistemi. Valore molto debole di GWP. |
Miscele HFC/HFO | Non tossico, non infiammabile o scarsamente infiammabile. Valori GWP più elevati ma conformi alle esigenze F-Gas II. |
Ammoniaca | Tossico, mediamente infiammabile. Principalmente limitato ai sistemi indiretti o ai sistemi indiretti in zone non occupate. Richiede una concezione specifica. |
Idrocarburi
(R-600a, R-290, R-1270, ecc.) |
Non tossico, altamente infiammabile. Bisogno di adeguamento della concezione dell’impianto. Riduzione delle cariche necessarie. Più adatto ai sistemi nuovi. |
CO2 | Non tossico, non infiammabile. Alta pressione di funzionamento. Richiede una concezione specifica. |